Noi una pandemia non la sappiamo gestire, ma ci sentiamo in buona compagnia

Jaqulè APS si occupa di circo ed educazione non formale da più di 15 anni. Sappiamo fare quello, non siamo scienziat* e non sappiamo valutare la gravità della situazione pandemica se non attraverso i dati che ci vengono forniti, per cui non siamo in grado di consigliare le giuste strade da percorrere per  contenere il flagello che ci opprime da ormai un anno.

Però una delle indicazioni forniteci da* nostr* formatori e formatrici negli anni è stata: “Fai poco, osserva molto, crea le condizioni”. Così abbiamo fatto ed ora ci sentiamo di avere maturato delle posizioni su tutto ciò che stiamo vivendo.

Ciò che notiamo è che, nella realtà delle cose, poco è cambiato. Chi era ricco (sì, solo al maschile questa volta) ha continuato ad arricchirsi sempre più e tutt* altr*, invece, si sono impoverit*. A marzo e aprile 2020 abbiamo visto Confidustria privilegiare i propri interessi mettendo a rischio la salute di migliaia di lavoratori e lavoratrici e se ad oggi, 8 marzo 2021, le scuole di ogni ordine e grado sono chiuse in tutto il Piemonte, ci chiediamo come possano essere aperte le aziende. Attenzione, non ci stupiamo per questo, semplicemente osserviamo come il neoliberismo abbia vinto, da tempo, su tutto il resto. Ciò che accade ci sembra in linea con le politiche degli ultimi decenni che vedono crescere le spese in ambito militare e diminuire nel settore dell’educazione e privilegiare grandi opere inutili e costose a discapito della sanità pubblica, della cultura, dell’istruzione e dei lavoratori e delle lavoratrici  in generale, solo per fare qualche arcinoto esempio.

Come singoli e come organizzazione sentiamo una grande responsabilità nel trovare delle misure di comportamento che limitino il diffondersi della pandemia, ma contemporaneamente non possiamo non rilevare come tutto sia diventato freddo numero, asettico dato, dietro ai quali una molteplicità di drammi umani diventano invisibili. Questi drammi sarebbero molti da elencare, ma non crediamo sia questa la sede, per cui parleremo squisitamente di ciò che ci compete: il benessere psicofisico de* minori.

Abbiamo rilevato, nel breve periodo di apertura, una diminuita capacità di stare insieme in un contesto strutturato, ma anche una maggiore disaffezione per lo studio (non per la scuola) il che sarebbe già grave, ma per lo studio vero e proprio, che riteniamo sia lo strumento principe per lo sviluppo di un pensiero critico e di un individuo libero.  La maggior parte de* partecipanti ha segnalato da un lato una minore capacità da parte de* insegnanti di coinvolgere alliev* e interessarl*, nonostante lo sforzo di molt* docenti, ma hanno anche coraggiosamente ammesso che il proprio impegno si è ridotto drasticamente, così come il loro rendimento. Sono anche spuntati alcuni occhiali a causa del lungo tempo passato davanti agli schermi. Non si può demonizzare la didattica a distanza ed imputarle tutta la colpa, sappiamo bene quanto i-le giovani tendano comunque a passare molto tempo utilizzando dispositivi elettronici (fortemente dannosi per il proprio sviluppo cognitivo), ma, proprio per questo, crediamo sia particolarmente importante dare loro delle possibilità di incontro in presenza ed in sicurezza, dove per “sicurezza” intendiamo adottando tutti i dispositivi utili al contenimento della pandemia, ma anche quelli, meno visibili, per garantire la sicurezza emotiva de* partecipanti.

Ora, proprio come ci hanno insegnato a scuola, ci vorrebbe una conclusione, ma noi non ce l’abbiamo, possiamo solo esprimere un forte senso di disagio per la direzione che questo mondo fortemente industrializzato e disumanizzante ha preso da tempo, un mondo dove la merce ed il suo consumo hanno un’importanza maggiore rispetto alla crescita delle generazioni future.

 

La ciurma Jaqulè