Contorni di circo #Tre per Te_4

Contorni di circo_ #TRE PER TE_4

Abbiamo chiesto a Martina Barbiero, insegnante di discipline aeree di Jaqulè , di condividere con noi le esperienze culturali che più lo hanno influenzato nel suo percorso nel mondo del circo. Le domande chiedevano di elencare 3 spettacoli, 3 libri, tre film e 3 musiche particolarmente significativi per lui.

Dom_I tre spettacoli visti che più ti hanno influenzato?

Martina_ ogni spettacolo visto è stato fondamentale e ha lasciato il segno, provo a darvi i miei tre, e decisamente differenti tra loro. Partiamo:

  • amo l’arte di strada e qualche anno fa in una calda Sicilia estiva incontro per caso, in uno dei tanti festival d’estate,  il CIRCO RAMINGO in uno dei loro spettacoli …un duo che è una coppia a tutti gli effetti,  che propone spettacoli di Circo Contemporaneo e di Teatro di Strada. Li ho conosciuti per caso passeggiando, davvero piacevole e motivante come scoperta.
  • una compagnia invece che amo e che seguo sono i Les 7 doigts de le main. Qualche hanno fa hanno portato in scena a Genova “Reversible”. Una dedica alle generazioni passate quelle che hanno lasciato il segno in noi oggi. Loro sono un mix di circo, teatro, danza, musica, acrobazie..sono davvero dei performer eccezionali.
  • anche qui ultimo ma non ultimo CORTEO del Cirque du soleil si ispira al film “Clown” di Fellini. Uno dei miei preferiti, geniale la storia di un clown che vede la sua cerimonia funebre ma in una veste molto molto colorata quasi un carnevale.

Dom_ Tre libri o riviste che consiglieresti di leggere?

Martina_

  • …. e anche qui ringrazio CasaCirco per le pillole che mi ha dato durante il  mio percorso. Mi fa scoprire Juggling magazine, rivista Circo a 360°, una valangata di articoli e informazioni, un progetto davvero interessante e ben fatto che va a promuovere tutto quello che riguarda il mondo delle arti circensi contemporanee;
  • ho guardato nella mia libreria e dato che mi sto avvicinando piano piano alla lingua portoghese un nome è spuntato fuori, JOSE’ SARAMAGO. Il libro che propongo è LE INTERMITTENZE DELLA MORTE. Con un pò di ironia e sarcasmo narra di una vicenda molto stramba dove la morte ha smesso di fare il suo lavoro.
  • Termino il mio “TRE PER TE” sui libri con un regalo che vorrei farmi per natale  e vorrei condividerlo con voi . Amo la fotografia, questo progetto è nato da poco. Si tratta  di un racconto fotografico sugli artisti del Circo Paniko uno dei primi circhi contemporanei in Italia realizzato da un collettivo . Il libro si chiama “una magica vita”.

Dom_Tre musiche o autori che associ al circo?

Martina_  Apriamo un capitolo musica e non chiudiamolo più 🙂  Ispirazione e viaggi a gogò

  • giochiamo in casa, amo il cantautorato italiano. Le associo al mondo circense o al mondo del teatro, a quel mondo capace di raccontare mille storie diverse tra loro e spesso toccare temi molto importanti, in questo caso grazie alla loro voce. Dal cappello degli artisti ne tiro fuori uno: Vinicio Capossela. Tra i suoi mille brani uno in particolare “IL PARADISO DEI CALZINI” lo considero quasi una fiaba ed  ogni volta che lo ascolto mi strappa un sorriso e mi  da un senso di leggerezza nonostante il tema/ la metafora sia molto toccante
  • altra associazione che faccio in tema musicale è con il JAZZ. Ascoltato con un orecchio “normale” non da musicista, ma l’improvvisazione nel Jazz è il condimento fondamentale oltre che nasce da un mix di culture e nel corso degli anni si è evoluto mescolandosi con altri generi. Come potrei non associarlo al nostro mondo?! Vasta la scelta, potremmo quasi perderci in questo mondo, partendo dal principio direi il trombettista Luis Amstrong ed il sassofonista Charlie Parker
  • ed ora la svolta completa che ha un suo perchè…i Chemical Brothers. Direte: cosa centra la musica elettronica?!  Oltre ad essere una loro fan per la  musica che fanno,  la cosa che mi ha sempre lasciata a bocca aperta ed affascinata è lo spettacolo di luci e forme  che riescono a ricreare durante i loro concerti.

Dom_Tre film che ti hanno ispirato?

Martina_ Ho iniziato ad amare questo mondo vedendo i film in bianco e nero. Più precisamente scorpacciate di Jerry lewis, Charlot (Charlie Chaplin) e Laurel & Hardy ( in Italia ben conosciuti come Stanlio e Ollio). Mio padre li adorava e mi ha trasmesso questo amore, li guardavo con un occhio da bambina ed ai miei occhi apparivano come dei clown, capaci di provocare in me risate pure e sincere con il loro essere goffi, buffi e nella semplicità meravigliosi.  Difficile dover scegliere dei “preferiti” tra tutti i loro capolavori..quindi lascio a voi la scelta dando solo lo spunto dei vari personaggi. Però un suggerimento ve lo do…in “Fra’ diavolo” c’è una scena cult che sicuramente tanti di voi ricorderanno o avranno provato a rifare in maniera buffa e divertente ossia..NASO, NASINO , NASELLO ! 🙂

Un regista invece che scatena in me la fantasia è in assoluto Tim Burton. Riesce a creare mondi meravigliosi, talvolta tetri e strambi ma capace di farmi volare con la fantasia. Fonte di ispirazione sia a livello di immagini che di musiche. Qui uno dei miei preferiti è “BIG FISH”. Viene raccontata  la vita di un uomo attraverso i suoi stessi racconti che però sono sempre molto colorati e ben conditi . Ve lo consiglio davvero, sarà un bel viaggio.

L’ultimo, non per importanza, è un cortometraggio che ho conosciuto durante il mio percorso in CasaCircostanza nella formazione di operatore sociale di circo&teatro. “THE BUTTERFLY CIRCUS”. E’ molto toccante e profondo, con una sua morale finale. L’ho rivisto molte volte e ogni volta riesco a guardarlo con occhi differenti. Ho sempre pensato avesse un messaggio molto potente. Se vi va guardatelo ma … con un fazzoletto vicino a voi perchè forse la lacrimuccia potrebbe scendere

 

Contorni di Circo #TRE PER TE _ 3

Abbiamo chiesto a Gianluca Gentiluomo, insegnante di discipline aeree in Jaqulè , di condividere con noi le esperienze culturali che più lo hanno influenzato nel suo percorso nel mondo del circo. Le domande chiedevano di elencare 3 spettacoli, 3 libri, tre film e 3 musiche particolarmente significativi per lui.

 

Dom_I tre spettacoli visti che più ti hanno influenzato?

Gianluca_ La Symphonie du Hanneton di James Thierree, per la sua ecletticità. Tutta la produzione di James Thierree è molto interessante, questo spettacolo in particolare ha un suo mondo surreale molto eclettico fatto di acrobazie, teatro, musica. Ci si muove in un mondo molto particolare e speciale che mi ha molto toccato e dopo tanto tempo ricordo ancora tante scene.

Respire, è il secondo spettacolo che consiglio, di una compagnia franco-italiana che si chiama Circo centrique, composta da 2 artisti, una rue Cyr e una sfera di equilibrio, con un po di giocoleria. Lo spettacolo mi è rimasto impresso perche è molto leggero e molto semplice, nonostante abbia una tecnica di circo abbastanza alta. La complicità tra i 2 attori è molto bella da vedere e crea una bellissima energia.

Il terzo è lo spettacolo, che ritengo il più bello che abbia mai visto, è Eretico della compagnia Le vie del full, compagnia italiana di teatro che in questo spettacolo affronta il tema della religione, senza giudizio ma proponendo quelli che sono situazioni e testi realmente esistenti, in chiave comunque surreale, al di sopra della realtà,  non in un piano che viviamo. Non è uno spettacolo pesante, anzi è molto leggero ed è fatto in maniera sublime.

Dom_ Tre libri o riviste che consiglieresti di leggere?

Gianluca_Il vagabondo delle stelle di Jack London, racconta la storria di questo prigioniero che riesce ad evadere con la sua mente facendo viaggi spazio-temporali. Non è un libro di fantascienza, ma la storia di viaggi spazio-temporali in altri tempi e altri luoghi che lo aiutano a liberarsi dalla sua prigionia.

L’arte di scomparire di Pierre Zaui, un libro abbastanza contemporaneo, un saggio che analizza il tema dello scomparire e non più dell’apparire, cosi come sta avvenendo oggi, soprattutto con i social in cui la voglia di apparire sempre, di essere sempre in vista e in approvazione da qualcuno all’esterno. Quello dello scomparire è un tema che affrontano anche i filosofi e le religioni e il libro racconta di come arriva nella nostra società e come si colloca nella nostra società.

Don Chischotte di Miguel Cervantes, un libro del 1500 che è molto contemporaneo sia per la figura del personaggio del Don Chisciotte che vuole essere qualcuno che non è,  sia per come è scritto, poichè nonostante sia un libro datato lo si legge in maniera molto fruibile molto veloce ed è davvero molto interessante.

Dom_Tre musiche o autori che associ al circo?

Gianluca_  non ho nessuna musica in particolare da ricondurre al mondo del circo. Credo che il circo sia oggi un contenitore cosi grande dove ci possiamo mettere tutto ciò che vogliamo, e la cosa più importante è la coscienza. Studiando musica da qualche anno mi rendo conto che tutta la musica è interessante, delle volte anche quella brutta. Potrei dire che non mi appartiene, non mi piace  la musica commerciale e pop, ma anche quella è musica e dipende da quello che dobbiamo trasmettere al pubblico, cosa vogliamo dare al pubblico. Qual’è l’atmosfera, l’universo che vogliamo riprodurre in uno spettacolo. Quindi dalla musica tecno alla musica classica.

Dom._Tre film che ti hanno ispirato?

Momo_8 e 1/2  di Federico Fellini, un capolavoro della cinematografia italiana e mondiale ed è nato per caso. Fellini era in crisi, non sapeva cosa scrivere e scrisse la storia di questo regista che non sapeva che film girare, cioè la sua stessa situazione ed ha fatto un capolavoro.

Il Circo di Charlie Chaplin, film che parla del circo di un tempo, il vero circo, come è nato il circo, girato in una maniera fantastica, che dovremmo per forza vedere noi che facciamo circo.

Mulholland drive

di Davide Lynch, un regista visionario che più che fare film sono opere d’arte, con una loro drammaturgia, una loro storia. Sono i suoi film molto particolari. Mulholland drive è un film che rivedendolo di volta in volta si interpreta e si capisce in maniera differente. Per me è interessante proprio perche è stimolante poter capire cose nuove o addirittura capire che non si è capito nulla e che in realtà è tutt’altro.

Contorni di Circo #Tre per Te_2

Contorni di circo_ #TRE PER TE_

“Momo” Previati_

 Abbiamo chiesto a Geronimo “Momo”, direttore pedagogico e operatore di circo di Jaqulè , di condividere con noi le esperienze culturali che più lo hanno influenzato nel suo percorso nel mondo del circo. Le domande chiedevano di elencare 3 spettacoli, 3 libri, tre film e 3 musiche particolarmente significativi per lui.

 Dom_I tre spettacoli visti che più ti hanno influenzato?

Momo_ In the FOOD for love_ Andando alle origini, “In the FOOD for love” è stato uno dei primi spettacoli di circo contemporaneo a cui abbia assistito. Era il 2008, durante la rassegna sul filo del circo di Cirko Vertigo a Grugliasco.Lo spettacolo mi affascinò enormemente per la sua multidisciplinarità e multisensorialità.La compagnia era, se non erro, un gruppo di asrtisti italo, franco, ispano, marocchin*. La trama era un viaggio nella storia del ‘900 di questi paesi, accompagnata dalla preparazione di un piatto tipico per ognuno di essi. Lo spettacolo partiva dall’Italia con un piatto di pastasciutta, per poi migrare fino al Marocco e rientrare in Italia per il caffè conclusivo. Fu il primo spettacolo, e ultimo a cui io abbia assistito, durante il quale una parte della stimolazione del pubblico era affidata ai profumi delle pietanze preparate. Già, i piatti venivano cucinati in scena durante lo svolgimento dello spettacolo su una cucina di linea montata nella pista insieme agli altri attrezzi circensi. Dal punto di vista tecnico mi colpì molto il numero di un duo di mano a mano che “coricati” su un letto posto in verticale, con la propria performance simulavano un amplesso, che trasportava lo spettatore come se stesse assistendo alla scena guardando dal soffitto della camera da letto. Altro punto importante fu la rappresentazione del bombardamento di Guernica: un giocoliere, in piedi su un tavolo microfonato eseguì una sequenza di palline rimbalzine che provocarono un gran rimbombo grazie all’amplificazione del piano su cui lavorava. Alle spalle del performer un video ritraeva aerei in procinto di sganciare bombe. Devo dire che ancora oggi ripensando a quella scena mi viene la pelle d’oca. Ciliegina sulla torta? Musica dal vivo durante tutto lo spettacolo. Purtroppo non si trovano più riferimenti in rete di questo bellissimo spettacolo.

Murmures de Murs di Victoria Thierrèe-Chaplin

L’interprete di questo meraviglioso spettacolo a cui assistii nel 2014  a Milano è Aurelia Thierrée, diretta dalla mamma Victoria Chaplin, settima figlia del celebre Charlie. Una rappresentazione magica ed eterea nella quale le atmosfere oniriche cancellano spazio e tempo, complici le mirabolanti strutture scenografiche che permettono a palazzi di cinque piani di scivolare fuori dal palcoscenico ed ad intere città di muoversi su di esso. Molteplici animali fantastici accompagnano la protagonista nel suo viaggio fiabesco. Le illusioni messe in scena, la capacità di spostare l’attenzione del pubblico dove la si desideri per poterla poi metterla alla prova con magie architettate ad arte, la delicatezza de* performer (ricordo che sul palco Aurelia è in compagnia di un danzatore ed un acrobata) e infine tutta l’atmosfera dello spettacolo mi colpirono molto.

Il n’est pas encore minuit, collettivo Compagnie XY

Ebbi la fortuna di assistere a questo spettacolo in prima fila. 22 acrobat* in scena che per un’ora saltano e rimbalzano dalle mani di uno alle spalle di un altro. Colonne a 4 che crollano e si rimontano con estrema facilità, tavole di legno che diventano trampolini elastici e non ultime una colonna a 3 al “rovescio”: con il più piccolino come base, il medio a metà ed il più grande in punta e una colonna a tre di sole donne, la prima a cui abbia mai assistito. Potente!

Dom_ Tre libri o riviste che consiglieresti di leggere?

Momo_ La vera storia del pirata Long Jhon Silver di Björn Larsson.

Letto durante la stesura del primo spettacolo corale della ciurma Jaqulè a cui partecipai, “Il galeone”,  “La vera storia del pirata Long John SIlver” è un romanzo meraviglioso che racconta la storia del celebre personaggio de “L’isola del tesoro” di Stevenson. La protagonista della vicenda però, sembra essere la Libertà, la quale muove il controverso protagonista attraverso mille avventure: arrembaggi, combattimenti e tempeste. Come recita la quarta di copertina ci ritroviamo a “sognare sfide libertarie e ribelli contro il cinismo dei potenti”.

Fantasia di Bruno Munari

Un saggio del designer milanese che investiga questa spettacolare facoltà della mente umana. Il concetto che più mi colpì fu come Munari smontasse la credenza che i-le bambin* hanno maggiore fantasia de* adult*. Riporto brevemente il ragionamento: se la fantasia è prendere in considerazione un oggetto conosciuto, a cui si modificano alcune caratteristiche (ad es. colore, materiale di cui è composto, locazione, finalità ecc), o meglio, si sostituiscono altre caratteristiche, queste ultime devono essere caratteristiche conosciute da chi esegue l’operazione. Se prenderò in analisi, ad esempio, un fragola, dovrò innanzitutto avere in mente cosa è una fragola e se voglio trasformarla in una fragola blu dovrò anche conoscere l’idea di “blu”. Alla luce di tutto ciò, più nozioni si conoscono e padroneggiano, più potrà essere differenziato il processo fantasmatico. Ne consegue che le persone adulte hanno più strumenti per sviluppare la fantasia, ma allora come mai lo fanno così poco e ragionano per lo più in termini pratici ed utilitaristici? Ho investito parecchio tempo su questa riflessione.

Il libro degli errori di Gianni Rodari

Ovvero, citarne uno per indicarli tutti. Del maestro Rodari è molto difficile scegliere una sola opera: da “Grammatica della Fantasia” e “Esercizi di Fantasia” utile per approfondire il discorso imbastito da Munari, questa volta da un punto di vista didattico, alle “Favole al Telefono” e “Filastrocche in cielo ed in terra” magnifici spunti creativi.

Ma se il circo non è altro che fare errori fino a che non si apprende, per poi spostare l’asticella più in alto per poter commetterne altri e così via, “Il libro degli errori” è sicuramente uno dei più azzeccati.

Dom_Tre musiche o autori che associ al circo?

Momo_ Il Galeone (versione Friser, il fiore meraviglioso)

Prende il testo dalla poesia “Schiavi” scritta in carcere da Belgrado Pedrini, partigiano anarchico che a causa della sua lotta contro il regime fascista già dalla metà degli anni ’30, venne tacciato di banditismo comune. Dopo la liberazione, infatti, solo le azioni successive al 1943 vennero iscritte nel panorama della lotta partigiana e così Pedrini fu condannato a 30 anni di reclusione, dal neonato regime democratico, per l’uccisione durante uno scontro a fuoco a Savona, di un agente di polizia. Risalendo i fatti al 1942 questo conflitto non potè essere inserito in quella che viene chiamata lotta di liberazione e per questo Pedrini scontò la propria pena. Canzone che parla di liberazione ad ogni costo.

Senza Paura (Vanoni, de Moraes e Toquinho)

Una delle prime performance in un teatro fu in occasione di un concerto tutto al femminile sul palco del Pertini di Orbassano. Il brano su cui ci esibimmo la mia agile e compagna ed io fu Senza Paura. La voce di Ornella Vanoni e la musica di Vinicius de Moraes e Toquinho ci sembrarono la soluzione migliore su cui muoverci dopo il nostro lungo soggiorno in Brasile che ebbe un significato molto importante per la mia carriera circense.

Oleg Kostrow

Psichedelia dalla Russia. Un compositore davvero particolare che mi ha aiutato molto nei primi anni di insegnamento con bambin* e ragazz*. Sonorità da videogioco.

Dom_Tre film che ti hanno ispirato?

Momo_Musica Per Vecchi Animali, unico film con la regia di Stefano Benni, eccellente scrittore bolognese, vede davanti alla videocamera la bravura di due pietre miliari del teatro italiano: Dario Fo e Paolo Rossi. Un racconto surreale come solo Benni può delineare, si dipana tra le strade di una città in piena emergenza (mai realmente motivata) in cui i due attori, accompagnati da una bambina di 10 anni di nome Lupetta che marina la scuola, sono determinati a raggiungere l’uno il proprio amore ricoverato in ospedale e l’altro il vecchio quartiere Amba dove faceva l’insegnante. Entrambe le mete si trovano dall’altra parte della città. Memorabili la scena in cui Paolo Rossi descrive le banche e quando Lupetta, la bambina, interrogata dalla madre su cosa voglia fare da grande risponde: “La balena!!! Da grande voglio fare la balena!”

La ragazza sul Ponte  di Patrice Leconte

Un’aspirante suicida viene salvata da un lanciatore di coltelli in cerca di un bersaglio… da mancare! La coppia scoprirà di avere un’incredibile fortuna insieme, fenomeno che svanisce ogni qualvolta i due si separano. Divertente.

L’odio Mathieu Kassovitz,

Un film che richiede qualche strumento per la sua visione e comprensione. Sconsigliato a* bambin*. (Anche le righe che seguono)

Userò le parole di Zerocalcare (per citare un altro autore importante per me) per descrivere questo film. Il fumettista di Rebibbia ne parla in contrapposizione con i modelli culturali proposti da altri prodotti cinematografici quali Romanzo Criminale. Personalmente aggiungerei che è una critica estendibile a molti prodotti destinati ad un pubblico pre-adolescente e adolescente ed, in genere, giovane. Penso alla stragrande maggioranza della musica trap, ad esempio.

Ma tornando a “L’odio” leggiamo le parole di Zerocalcare tratte dal suo racconto online intitolato Pedagogia:

Il film che ha formato generazioni di teppisti. Il dogma dei pischelli di tutte le periferie d’Occidente

E’ il film che racconta la giornata-tipo di tre ragazzi della banlieu parigina, all’indomani dell’uccisione di un loro amico da parte della polizia

Quello è un film che ti insegna qualcosa. Tirano i serci alle guardie. Si sgobbano un nazista. Mica come quei papponi mezzi fasci sempre a rota de cocco

Sei (siamo) giovane e di belle speranze, il tuo (nostro) modello dovrebbe essere la teppa di strada, non dei cazzo di mafiosi. Che si tradiscono l’un l’altro, peraltro

E’ quello per te essere “fichi”? Fare i bulli coi più deboli è “fico?”

Come spesso accade quando tocca temi sociali e politici Zerocalcare centra il punto. I protagonisti sono anti eroi in grave difficoltà: persone dedite al piccolo spaccio, poco scolarizzate, e violente. Non sono sicuramente degli esempi, ma nello scorrere dei fotogrammi si vede chiaramente come i metodi coercitivi e margnalizzanti del potere non facciano altro che creare micro-comunità compatte e consapevoli della propria condizione sociale, all’interno delle quali vige una solidarietà fortissima. L’impotenza, la paura e la rabbia sono le emozioni che scorrono insieme alle immagini.

Contorni di Circo #TRE PER TE_1

Contorni di circo_ #TRE PER TE_1

Alberto Laplaca

 

Abbiamo chiesto ad Alberto Laplaca, nostro istruttore di circo ragazzi, di condividere con noi le esperienze culturali che più lo hanno influenzato nel suo percorso nel mondo del circo. Le domande chiedevano di elencare 3 spettacoli, 3 libri, tre film e 3 musiche particolarmente significativi per lui.

 

Dom_I tre spettacoli visti che più ti hanno influenzato?

Alb_ Credo che in qualche modo tutti gli spettacoli che vedi influenzano il modo di vivere il circo e il proprio senso critico, se però devo pensare a tre spettacoli che hanno giocato un ruolo fondamentale nella mia crescita, i titoli che mi vengono in mente sono: “Naufragata” della compagnia “Circo Zoè”; “Seul?” di “Baurens Nicolas” (acrobata della compagnia “Bakhus”) ed infine “Oraison” della compagnia “Rasposo”. Se pur tre spettacoli diametralmente diversi l’uno dall’altro, tutti e tre mi hanno colpito del profondo, hanno fatto in modo che anche a distanza di diverso tempo mi tornassero in mente alcuni momenti dello spettacolo. Poche volte mi sono sentito protagonista della scena anche a distanza di tempo, credo sia proprio questo il potere di queste opere.

Dom_ Tre libri o riviste che consiglieresti di leggere?

Alb_ Ho diverse difficoltà nella lettura, per questo motivo, purtroppo non ho mai letto gran che, questo però mi ha avvicinato al mondo del fumetto e ai libri illustrati per bambini. li trovo estremamente profondi, l’unione di due arti come quella del disegno e la scrittura da origine ad un prodotto a mio parere inestimabile. Il primo titolo che mi sento di citare è “Ettore, l’uomo straordinariamente forte” di Magali Le Huche, questo è un libro illustrato per bambini ambientato in un circo tradizionale, dove incontriamo tutti i valori del circo contemporaneo scritti in chiave fanciullesca e spensierata accompagnato da magnifici disegni. Per quanto riguarda i fumetti invece mi sento di consigliare “Kobane calling” di Zerocalcare  un reportage dell’autore che si è avventurato sul confine turco-siriano per vedere come vivono le popolazioni Curde che combattono contro l’isis; questo libro mi sta a cuore non solo per gli argomenti trattati ma anche perché dimostra come uno strumento come il fumetto possa trattare anche tematiche di estrema attualità. Infine, da appassionato di equilibrismo, mi sento di consigliare “Zen e funambolismo” che riporta l’avventura dell’autore Andrea Loreni (funambolo e filosofo) alla scoperta di un nuovo modo di affrontare il cavo.

Dom_Tre musiche o autori che associ al circo?

Alb_ Appena penso alla musica e al circo sono due le canzoni che inevitabilmente mi vengono in mente: “La Titina composta nel 1917 da Léo Daniderff, resa celebre nel mondo in una versione cantata da Charlie Chaplin nel film Tempi moderni (1936),  e “Donde estas Yolanda” di La Sonora Santanera. Questi due pezzi sono stati la colonna sonora della mia infanzia nel mondo del circo. Per il terzo invece non mi sento di dare un titolo, ma bensì il nome di un gruppo, che invece mi accompagna da relativamente poco tempo: i “Chinese man“.

Dom_Tre film che ti hanno ispirato?

Alb_ Amo il cinema, guardo molti film, e di tanti letteralmente mi innamoro, riuscire a ridurre a tre il numero di opere che mi hanno ispirato è difficile perchè, come già detto per gli spettacoli, credo che qualunque film che vedo mi lasci qualcosa, muti il mio spirito critico e quindi, in qualche modo mi ispiri. Per aiutarmi a scegliere ho deciso di dividere la mia vita in tre fasi (infanzia, adolescenza e il presente) e per ogni periodo ho scelto un film che ha caratterizzato e ispirato quella fase.

Il primo è “I figli del capitano Grant” di Robert Stevenson del 1962, una storia avventurosa di due bambini alla ricerca del padre (ispirato all’omonimo romanzo).

Per l’adolescenza ho scelto “Il labirinto del fauno” un film del 2006 di Guillermo Del Toro, mi hanno sempre colpito i peculiari personaggi e l’ambientazione cupa in netto contrasto con la presenza e il carattere della giovane protagonista.

Il film che invece caratterizza il presente è “Martyrs” di Pascal Laugier, 2008. Questo è un film estremamente crudo e violento, sicuramente non adatto a tutti, rispecchia però quello che è per me la società moderna.

 

Contorni di Circo _ #Definizioni_Munari

#Definizioni_Munari

Bruno Munari (Milano 1907-1998), artista e scrittore, secondo l’enciclopedia Treccani “uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo”.

 

Fantasia
Tutto ciò che prima non c’era
anche se irrealizzabile.

Invenzione
Tutto ciò che prima non c’era ma
esclusivamente pratico e senza problemi
estetici.

Creatività
Tutto ciò che prima non c’era ma
realizzabile in modo essenziale e globale

Immaginazione
La fantasia l’invenzione la creatività pensano,
l’immaginazione vede.

 

Ascolta il podcast audio:

 

 

“Fantasia”
di Bruno Munari
Editori Laterza
1977

Fantasia BM