Contorni di Circo #TRE PER TE _ 3

Abbiamo chiesto a Gianluca Gentiluomo, insegnante di discipline aeree in Jaqulè , di condividere con noi le esperienze culturali che più lo hanno influenzato nel suo percorso nel mondo del circo. Le domande chiedevano di elencare 3 spettacoli, 3 libri, tre film e 3 musiche particolarmente significativi per lui.

 

Dom_I tre spettacoli visti che più ti hanno influenzato?

Gianluca_ La Symphonie du Hanneton di James Thierree, per la sua ecletticità. Tutta la produzione di James Thierree è molto interessante, questo spettacolo in particolare ha un suo mondo surreale molto eclettico fatto di acrobazie, teatro, musica. Ci si muove in un mondo molto particolare e speciale che mi ha molto toccato e dopo tanto tempo ricordo ancora tante scene.

Respire, è il secondo spettacolo che consiglio, di una compagnia franco-italiana che si chiama Circo centrique, composta da 2 artisti, una rue Cyr e una sfera di equilibrio, con un po di giocoleria. Lo spettacolo mi è rimasto impresso perche è molto leggero e molto semplice, nonostante abbia una tecnica di circo abbastanza alta. La complicità tra i 2 attori è molto bella da vedere e crea una bellissima energia.

Il terzo è lo spettacolo, che ritengo il più bello che abbia mai visto, è Eretico della compagnia Le vie del full, compagnia italiana di teatro che in questo spettacolo affronta il tema della religione, senza giudizio ma proponendo quelli che sono situazioni e testi realmente esistenti, in chiave comunque surreale, al di sopra della realtà,  non in un piano che viviamo. Non è uno spettacolo pesante, anzi è molto leggero ed è fatto in maniera sublime.

Dom_ Tre libri o riviste che consiglieresti di leggere?

Gianluca_Il vagabondo delle stelle di Jack London, racconta la storria di questo prigioniero che riesce ad evadere con la sua mente facendo viaggi spazio-temporali. Non è un libro di fantascienza, ma la storia di viaggi spazio-temporali in altri tempi e altri luoghi che lo aiutano a liberarsi dalla sua prigionia.

L’arte di scomparire di Pierre Zaui, un libro abbastanza contemporaneo, un saggio che analizza il tema dello scomparire e non più dell’apparire, cosi come sta avvenendo oggi, soprattutto con i social in cui la voglia di apparire sempre, di essere sempre in vista e in approvazione da qualcuno all’esterno. Quello dello scomparire è un tema che affrontano anche i filosofi e le religioni e il libro racconta di come arriva nella nostra società e come si colloca nella nostra società.

Don Chischotte di Miguel Cervantes, un libro del 1500 che è molto contemporaneo sia per la figura del personaggio del Don Chisciotte che vuole essere qualcuno che non è,  sia per come è scritto, poichè nonostante sia un libro datato lo si legge in maniera molto fruibile molto veloce ed è davvero molto interessante.

Dom_Tre musiche o autori che associ al circo?

Gianluca_  non ho nessuna musica in particolare da ricondurre al mondo del circo. Credo che il circo sia oggi un contenitore cosi grande dove ci possiamo mettere tutto ciò che vogliamo, e la cosa più importante è la coscienza. Studiando musica da qualche anno mi rendo conto che tutta la musica è interessante, delle volte anche quella brutta. Potrei dire che non mi appartiene, non mi piace  la musica commerciale e pop, ma anche quella è musica e dipende da quello che dobbiamo trasmettere al pubblico, cosa vogliamo dare al pubblico. Qual’è l’atmosfera, l’universo che vogliamo riprodurre in uno spettacolo. Quindi dalla musica tecno alla musica classica.

Dom._Tre film che ti hanno ispirato?

Momo_8 e 1/2  di Federico Fellini, un capolavoro della cinematografia italiana e mondiale ed è nato per caso. Fellini era in crisi, non sapeva cosa scrivere e scrisse la storia di questo regista che non sapeva che film girare, cioè la sua stessa situazione ed ha fatto un capolavoro.

Il Circo di Charlie Chaplin, film che parla del circo di un tempo, il vero circo, come è nato il circo, girato in una maniera fantastica, che dovremmo per forza vedere noi che facciamo circo.

Mulholland drive

di Davide Lynch, un regista visionario che più che fare film sono opere d’arte, con una loro drammaturgia, una loro storia. Sono i suoi film molto particolari. Mulholland drive è un film che rivedendolo di volta in volta si interpreta e si capisce in maniera differente. Per me è interessante proprio perche è stimolante poter capire cose nuove o addirittura capire che non si è capito nulla e che in realtà è tutt’altro.

Contorni di Circo #Tre per Te_2

Contorni di circo_ #TRE PER TE_

“Momo” Previati_

 Abbiamo chiesto a Geronimo “Momo”, direttore pedagogico e operatore di circo di Jaqulè , di condividere con noi le esperienze culturali che più lo hanno influenzato nel suo percorso nel mondo del circo. Le domande chiedevano di elencare 3 spettacoli, 3 libri, tre film e 3 musiche particolarmente significativi per lui.

 Dom_I tre spettacoli visti che più ti hanno influenzato?

Momo_ In the FOOD for love_ Andando alle origini, “In the FOOD for love” è stato uno dei primi spettacoli di circo contemporaneo a cui abbia assistito. Era il 2008, durante la rassegna sul filo del circo di Cirko Vertigo a Grugliasco.Lo spettacolo mi affascinò enormemente per la sua multidisciplinarità e multisensorialità.La compagnia era, se non erro, un gruppo di asrtisti italo, franco, ispano, marocchin*. La trama era un viaggio nella storia del ‘900 di questi paesi, accompagnata dalla preparazione di un piatto tipico per ognuno di essi. Lo spettacolo partiva dall’Italia con un piatto di pastasciutta, per poi migrare fino al Marocco e rientrare in Italia per il caffè conclusivo. Fu il primo spettacolo, e ultimo a cui io abbia assistito, durante il quale una parte della stimolazione del pubblico era affidata ai profumi delle pietanze preparate. Già, i piatti venivano cucinati in scena durante lo svolgimento dello spettacolo su una cucina di linea montata nella pista insieme agli altri attrezzi circensi. Dal punto di vista tecnico mi colpì molto il numero di un duo di mano a mano che “coricati” su un letto posto in verticale, con la propria performance simulavano un amplesso, che trasportava lo spettatore come se stesse assistendo alla scena guardando dal soffitto della camera da letto. Altro punto importante fu la rappresentazione del bombardamento di Guernica: un giocoliere, in piedi su un tavolo microfonato eseguì una sequenza di palline rimbalzine che provocarono un gran rimbombo grazie all’amplificazione del piano su cui lavorava. Alle spalle del performer un video ritraeva aerei in procinto di sganciare bombe. Devo dire che ancora oggi ripensando a quella scena mi viene la pelle d’oca. Ciliegina sulla torta? Musica dal vivo durante tutto lo spettacolo. Purtroppo non si trovano più riferimenti in rete di questo bellissimo spettacolo.

Murmures de Murs di Victoria Thierrèe-Chaplin

L’interprete di questo meraviglioso spettacolo a cui assistii nel 2014  a Milano è Aurelia Thierrée, diretta dalla mamma Victoria Chaplin, settima figlia del celebre Charlie. Una rappresentazione magica ed eterea nella quale le atmosfere oniriche cancellano spazio e tempo, complici le mirabolanti strutture scenografiche che permettono a palazzi di cinque piani di scivolare fuori dal palcoscenico ed ad intere città di muoversi su di esso. Molteplici animali fantastici accompagnano la protagonista nel suo viaggio fiabesco. Le illusioni messe in scena, la capacità di spostare l’attenzione del pubblico dove la si desideri per poterla poi metterla alla prova con magie architettate ad arte, la delicatezza de* performer (ricordo che sul palco Aurelia è in compagnia di un danzatore ed un acrobata) e infine tutta l’atmosfera dello spettacolo mi colpirono molto.

Il n’est pas encore minuit, collettivo Compagnie XY

Ebbi la fortuna di assistere a questo spettacolo in prima fila. 22 acrobat* in scena che per un’ora saltano e rimbalzano dalle mani di uno alle spalle di un altro. Colonne a 4 che crollano e si rimontano con estrema facilità, tavole di legno che diventano trampolini elastici e non ultime una colonna a 3 al “rovescio”: con il più piccolino come base, il medio a metà ed il più grande in punta e una colonna a tre di sole donne, la prima a cui abbia mai assistito. Potente!

Dom_ Tre libri o riviste che consiglieresti di leggere?

Momo_ La vera storia del pirata Long Jhon Silver di Björn Larsson.

Letto durante la stesura del primo spettacolo corale della ciurma Jaqulè a cui partecipai, “Il galeone”,  “La vera storia del pirata Long John SIlver” è un romanzo meraviglioso che racconta la storia del celebre personaggio de “L’isola del tesoro” di Stevenson. La protagonista della vicenda però, sembra essere la Libertà, la quale muove il controverso protagonista attraverso mille avventure: arrembaggi, combattimenti e tempeste. Come recita la quarta di copertina ci ritroviamo a “sognare sfide libertarie e ribelli contro il cinismo dei potenti”.

Fantasia di Bruno Munari

Un saggio del designer milanese che investiga questa spettacolare facoltà della mente umana. Il concetto che più mi colpì fu come Munari smontasse la credenza che i-le bambin* hanno maggiore fantasia de* adult*. Riporto brevemente il ragionamento: se la fantasia è prendere in considerazione un oggetto conosciuto, a cui si modificano alcune caratteristiche (ad es. colore, materiale di cui è composto, locazione, finalità ecc), o meglio, si sostituiscono altre caratteristiche, queste ultime devono essere caratteristiche conosciute da chi esegue l’operazione. Se prenderò in analisi, ad esempio, un fragola, dovrò innanzitutto avere in mente cosa è una fragola e se voglio trasformarla in una fragola blu dovrò anche conoscere l’idea di “blu”. Alla luce di tutto ciò, più nozioni si conoscono e padroneggiano, più potrà essere differenziato il processo fantasmatico. Ne consegue che le persone adulte hanno più strumenti per sviluppare la fantasia, ma allora come mai lo fanno così poco e ragionano per lo più in termini pratici ed utilitaristici? Ho investito parecchio tempo su questa riflessione.

Il libro degli errori di Gianni Rodari

Ovvero, citarne uno per indicarli tutti. Del maestro Rodari è molto difficile scegliere una sola opera: da “Grammatica della Fantasia” e “Esercizi di Fantasia” utile per approfondire il discorso imbastito da Munari, questa volta da un punto di vista didattico, alle “Favole al Telefono” e “Filastrocche in cielo ed in terra” magnifici spunti creativi.

Ma se il circo non è altro che fare errori fino a che non si apprende, per poi spostare l’asticella più in alto per poter commetterne altri e così via, “Il libro degli errori” è sicuramente uno dei più azzeccati.

Dom_Tre musiche o autori che associ al circo?

Momo_ Il Galeone (versione Friser, il fiore meraviglioso)

Prende il testo dalla poesia “Schiavi” scritta in carcere da Belgrado Pedrini, partigiano anarchico che a causa della sua lotta contro il regime fascista già dalla metà degli anni ’30, venne tacciato di banditismo comune. Dopo la liberazione, infatti, solo le azioni successive al 1943 vennero iscritte nel panorama della lotta partigiana e così Pedrini fu condannato a 30 anni di reclusione, dal neonato regime democratico, per l’uccisione durante uno scontro a fuoco a Savona, di un agente di polizia. Risalendo i fatti al 1942 questo conflitto non potè essere inserito in quella che viene chiamata lotta di liberazione e per questo Pedrini scontò la propria pena. Canzone che parla di liberazione ad ogni costo.

Senza Paura (Vanoni, de Moraes e Toquinho)

Una delle prime performance in un teatro fu in occasione di un concerto tutto al femminile sul palco del Pertini di Orbassano. Il brano su cui ci esibimmo la mia agile e compagna ed io fu Senza Paura. La voce di Ornella Vanoni e la musica di Vinicius de Moraes e Toquinho ci sembrarono la soluzione migliore su cui muoverci dopo il nostro lungo soggiorno in Brasile che ebbe un significato molto importante per la mia carriera circense.

Oleg Kostrow

Psichedelia dalla Russia. Un compositore davvero particolare che mi ha aiutato molto nei primi anni di insegnamento con bambin* e ragazz*. Sonorità da videogioco.

Dom_Tre film che ti hanno ispirato?

Momo_Musica Per Vecchi Animali, unico film con la regia di Stefano Benni, eccellente scrittore bolognese, vede davanti alla videocamera la bravura di due pietre miliari del teatro italiano: Dario Fo e Paolo Rossi. Un racconto surreale come solo Benni può delineare, si dipana tra le strade di una città in piena emergenza (mai realmente motivata) in cui i due attori, accompagnati da una bambina di 10 anni di nome Lupetta che marina la scuola, sono determinati a raggiungere l’uno il proprio amore ricoverato in ospedale e l’altro il vecchio quartiere Amba dove faceva l’insegnante. Entrambe le mete si trovano dall’altra parte della città. Memorabili la scena in cui Paolo Rossi descrive le banche e quando Lupetta, la bambina, interrogata dalla madre su cosa voglia fare da grande risponde: “La balena!!! Da grande voglio fare la balena!”

La ragazza sul Ponte  di Patrice Leconte

Un’aspirante suicida viene salvata da un lanciatore di coltelli in cerca di un bersaglio… da mancare! La coppia scoprirà di avere un’incredibile fortuna insieme, fenomeno che svanisce ogni qualvolta i due si separano. Divertente.

L’odio Mathieu Kassovitz,

Un film che richiede qualche strumento per la sua visione e comprensione. Sconsigliato a* bambin*. (Anche le righe che seguono)

Userò le parole di Zerocalcare (per citare un altro autore importante per me) per descrivere questo film. Il fumettista di Rebibbia ne parla in contrapposizione con i modelli culturali proposti da altri prodotti cinematografici quali Romanzo Criminale. Personalmente aggiungerei che è una critica estendibile a molti prodotti destinati ad un pubblico pre-adolescente e adolescente ed, in genere, giovane. Penso alla stragrande maggioranza della musica trap, ad esempio.

Ma tornando a “L’odio” leggiamo le parole di Zerocalcare tratte dal suo racconto online intitolato Pedagogia:

Il film che ha formato generazioni di teppisti. Il dogma dei pischelli di tutte le periferie d’Occidente

E’ il film che racconta la giornata-tipo di tre ragazzi della banlieu parigina, all’indomani dell’uccisione di un loro amico da parte della polizia

Quello è un film che ti insegna qualcosa. Tirano i serci alle guardie. Si sgobbano un nazista. Mica come quei papponi mezzi fasci sempre a rota de cocco

Sei (siamo) giovane e di belle speranze, il tuo (nostro) modello dovrebbe essere la teppa di strada, non dei cazzo di mafiosi. Che si tradiscono l’un l’altro, peraltro

E’ quello per te essere “fichi”? Fare i bulli coi più deboli è “fico?”

Come spesso accade quando tocca temi sociali e politici Zerocalcare centra il punto. I protagonisti sono anti eroi in grave difficoltà: persone dedite al piccolo spaccio, poco scolarizzate, e violente. Non sono sicuramente degli esempi, ma nello scorrere dei fotogrammi si vede chiaramente come i metodi coercitivi e margnalizzanti del potere non facciano altro che creare micro-comunità compatte e consapevoli della propria condizione sociale, all’interno delle quali vige una solidarietà fortissima. L’impotenza, la paura e la rabbia sono le emozioni che scorrono insieme alle immagini.

Contorni di Circo #TRE PER TE_1

Contorni di circo_ #TRE PER TE_1

Alberto Laplaca

 

Abbiamo chiesto ad Alberto Laplaca, nostro istruttore di circo ragazzi, di condividere con noi le esperienze culturali che più lo hanno influenzato nel suo percorso nel mondo del circo. Le domande chiedevano di elencare 3 spettacoli, 3 libri, tre film e 3 musiche particolarmente significativi per lui.

 

Dom_I tre spettacoli visti che più ti hanno influenzato?

Alb_ Credo che in qualche modo tutti gli spettacoli che vedi influenzano il modo di vivere il circo e il proprio senso critico, se però devo pensare a tre spettacoli che hanno giocato un ruolo fondamentale nella mia crescita, i titoli che mi vengono in mente sono: “Naufragata” della compagnia “Circo Zoè”; “Seul?” di “Baurens Nicolas” (acrobata della compagnia “Bakhus”) ed infine “Oraison” della compagnia “Rasposo”. Se pur tre spettacoli diametralmente diversi l’uno dall’altro, tutti e tre mi hanno colpito del profondo, hanno fatto in modo che anche a distanza di diverso tempo mi tornassero in mente alcuni momenti dello spettacolo. Poche volte mi sono sentito protagonista della scena anche a distanza di tempo, credo sia proprio questo il potere di queste opere.

Dom_ Tre libri o riviste che consiglieresti di leggere?

Alb_ Ho diverse difficoltà nella lettura, per questo motivo, purtroppo non ho mai letto gran che, questo però mi ha avvicinato al mondo del fumetto e ai libri illustrati per bambini. li trovo estremamente profondi, l’unione di due arti come quella del disegno e la scrittura da origine ad un prodotto a mio parere inestimabile. Il primo titolo che mi sento di citare è “Ettore, l’uomo straordinariamente forte” di Magali Le Huche, questo è un libro illustrato per bambini ambientato in un circo tradizionale, dove incontriamo tutti i valori del circo contemporaneo scritti in chiave fanciullesca e spensierata accompagnato da magnifici disegni. Per quanto riguarda i fumetti invece mi sento di consigliare “Kobane calling” di Zerocalcare  un reportage dell’autore che si è avventurato sul confine turco-siriano per vedere come vivono le popolazioni Curde che combattono contro l’isis; questo libro mi sta a cuore non solo per gli argomenti trattati ma anche perché dimostra come uno strumento come il fumetto possa trattare anche tematiche di estrema attualità. Infine, da appassionato di equilibrismo, mi sento di consigliare “Zen e funambolismo” che riporta l’avventura dell’autore Andrea Loreni (funambolo e filosofo) alla scoperta di un nuovo modo di affrontare il cavo.

Dom_Tre musiche o autori che associ al circo?

Alb_ Appena penso alla musica e al circo sono due le canzoni che inevitabilmente mi vengono in mente: “La Titina composta nel 1917 da Léo Daniderff, resa celebre nel mondo in una versione cantata da Charlie Chaplin nel film Tempi moderni (1936),  e “Donde estas Yolanda” di La Sonora Santanera. Questi due pezzi sono stati la colonna sonora della mia infanzia nel mondo del circo. Per il terzo invece non mi sento di dare un titolo, ma bensì il nome di un gruppo, che invece mi accompagna da relativamente poco tempo: i “Chinese man“.

Dom_Tre film che ti hanno ispirato?

Alb_ Amo il cinema, guardo molti film, e di tanti letteralmente mi innamoro, riuscire a ridurre a tre il numero di opere che mi hanno ispirato è difficile perchè, come già detto per gli spettacoli, credo che qualunque film che vedo mi lasci qualcosa, muti il mio spirito critico e quindi, in qualche modo mi ispiri. Per aiutarmi a scegliere ho deciso di dividere la mia vita in tre fasi (infanzia, adolescenza e il presente) e per ogni periodo ho scelto un film che ha caratterizzato e ispirato quella fase.

Il primo è “I figli del capitano Grant” di Robert Stevenson del 1962, una storia avventurosa di due bambini alla ricerca del padre (ispirato all’omonimo romanzo).

Per l’adolescenza ho scelto “Il labirinto del fauno” un film del 2006 di Guillermo Del Toro, mi hanno sempre colpito i peculiari personaggi e l’ambientazione cupa in netto contrasto con la presenza e il carattere della giovane protagonista.

Il film che invece caratterizza il presente è “Martyrs” di Pascal Laugier, 2008. Questo è un film estremamente crudo e violento, sicuramente non adatto a tutti, rispecchia però quello che è per me la società moderna.

 

Contorni di Circo _ #Definizioni_Munari

#Definizioni_Munari

Bruno Munari (Milano 1907-1998), artista e scrittore, secondo l’enciclopedia Treccani “uno dei massimi protagonisti dell’arte, del design e della grafica del XX secolo”.

 

Fantasia
Tutto ciò che prima non c’era
anche se irrealizzabile.

Invenzione
Tutto ciò che prima non c’era ma
esclusivamente pratico e senza problemi
estetici.

Creatività
Tutto ciò che prima non c’era ma
realizzabile in modo essenziale e globale

Immaginazione
La fantasia l’invenzione la creatività pensano,
l’immaginazione vede.

 

Ascolta il podcast audio:

 

 

“Fantasia”
di Bruno Munari
Editori Laterza
1977

Fantasia BM

Contorni di Circo_#RACCONTI_C’è un albero_ di Martina Mascia

C’E’ UN ALBERO

C’è un albero…foto racconto
Non uno imponente e magnifico, solo un albero sereno e poco più alto del lampione che gli sta a fianco. Se ne sta tranquillo nella sua aiuola, vicino a una panchina di legno su cui si diverte a lasciar cadere alcune foglie in autunno. Per il resto del tempo rimane lì a osservare ciò che lo circonda, a sfidare il suo stesso sguardo puntando ogni giorno più lontano. Può vedere più che altro vetri: grandi pannelli di vetro pesante slanciati verso l’alto per catturare i raggi del sole. Di giorno, oltre i vetri, gli è permesso di vedere ben poco, così per la maggior parte del tempo ci si specchia: alto e slanciato, leggermente sbilenco ma comunque complessivamente di bell’aspetto. Certo può sentire: ascolta spesso il rumore delle automobili, il fruscio della pioggia, le urla dei bambini, le grida del vento, il tintinnio delle chiavi.
Il tintinnio di un grande mazzo di chiavi che arriva di corsa, da dietro. Lo porta con sé una ragazza affannata, si vede il respiro che le esce dalla bocca, ha un bel sorriso e le brillano gli occhi. Ha il portamento delle ballerine esperte, i capelli mossi spesso raccolti, le spalle larghe di chi può accogliere tutti i silenzi della terra. La ragazza entra e sparisce nella pancia del teatro. Sembra una di quelle persone dal nome arioso che gli altri pronunciano in fretta facendo scorrere e vibrare la lingua sul palato e aprendo la bocca in modo vistoso… Non passa molto tempo prima che arrivino altre due ragazze, anche loro di corsa ma che ridono e parlano forte; le si vede spesso intorno al teatro, stanno più che altro nel ventre, ma ogni tanto sbucano dai fianchi, o dal retro, o chiacchierano sulla panchina per un po’. Una ha più capelli che corpo: una grande massa di ricci scuri la sovrasta fino a mezza schiena, ha gli occhi neri e la pelle ambra chiaro, porta sempre con sé un grande borsone ed è quasi sempre avvolta da strane nubi; l’altra ha il viso pulito, porta gli occhiali come le bimbe che a scuola sanno sempre tutto, è leggera anche se molto forte, ha uno sguardo frizzante di chi vede nella nebbia il sentiero. Anche loro due sgambettano veloce e vengono catturate dalla pancia del teatro.
Ma appena cambia il vento una corrente forte fa arrivare una mandria di adolescenti: bellissimi nei loro drammi, rumorosi e pieni di vita. Stanno tutti con un aggeggio in mano a cui sembrano tenere molto: ci parlano, gli sorridono, lo ascoltano, ma anche loro stanno poco vicino ai vetri prima di essere risucchiati all’interno.
D’un tratto, se ci si concentra, si può sentire la musica che viene dal grembo del teatro, si sente appena ma fa venire voglia di muoversi, di respirare, di correre, e riprendere fiato, ma solo un attimo, e di ballare e di chiacchierare, e di sudare e saltare finché le gambe non cedono, e di volare… sembra quasi di vederli i ragazzi e le ragazze che si danno un piccolo slancio e poi prendono il volo e piroettano in aria e sembra che cadano e poi si riprendono e ripartono in picchiata come su un’altalena o come i gorilla tra gli alberi… se si ascolta con attenzione li puoi sentire vibrare forte quando riescono in qualcosa, sussurrarsi i segreti, abbracciarsi, tenersi per mano mentre leggeri si librano in aria.
Il loro tempo nel teatro non dura molto, escono insieme alla ragazza con gli occhiali e si disperdono con lei tutt’intorno.
Ne arrivano altri, sono più piccoli, ridono forte, gridano, fanno parecchio rumore, lasciano veloci la mano dei loro genitori e si fiondano nella pancia del teatro anche loro. Con loro arriva anche un omino che, insieme alla ragazza con le chiavi, deve essere uno dei protettori del teatro o qualcosa di simile insomma, dal momento che sono quasi sempre in teatro e lo puliscono, lo scaldano quando fa freddo, gli fanno prendere aria quando fa troppo caldo e non si riesce a respirare, lo riempiono di cibo, lo montano e lo smontano, lo aggiustano se qualche pezzo si rompe, lo illuminano e lo spengono e lo chiudono bene prima di lasciarlo solo. Anche l’omino è affannato, porta la coppola in testa e uno zaino bello grosso, si chiude la porta dietro e i suoi occhi, per un istante, riflettono il colore del cielo e la luce del sole e il suo sguardo scalda un po’ il cuore; porta gli occhiali anche lui e ha i capelli color cenere come i bimbi biondi quando crescono, ha il passo dei felini: leggero,
silenzioso e molto rapido. C’è silenzio in teatro: i genitori aspettano i propri figli seduti su poltroncine colorate, e la porta della pancia viene chiusa. Eppure se ci si concentra molto a fondo e ci si lascia trasportare si possono sentire chiaramente i bambini che corrono, saltano, mettono le mani a terra e staccano i piedi, camminano in equilibrio più in alto del suolo, fanno cadere delle palline strane, tantissime palline strane, e anche delle clave, le clave fanno molto rumore quando cadono ma si può sentire anche quando riescono a riprenderle in mano, o quando le fanno stare in equilibrio sul naso, altri provano a spiccare il volo: sbattono incerti le ali fidandosi poco di loro stessi, si aggrappano a si spingono e per poco si librano anche loro. E poi non se ne vogliono più andare: i genitori li aspettano trepidanti, guardano spesso l’ora, si sentono saluti ripetuti centinaia di volte da dentro, e piano piano, a poco a poco, si disperdono anche loro. Nel frattempo è arrivata la sera e il teatro si accende nel foyer. Ci sono la ragazza con tanti capelli, la ragazza con le chiavi e l’omino con la coppola che escono dalla pancia e si siedono, come se non lo facessero da tempo, anche loro sulle poltroncine colorate, in un piccolo cerchio. Sono pieni dell’energia sfiancante dei bambini e degli adolescenti. Si siedono per mangiare, scambiare due parole e qualche sorriso, qualche abbraccio, sembrano vecchi amici… ma non stanno molto seduti: riscappano dentro appena arriva l’ondata delle donne. Sono tutte donne che entrano in teatro di corsa inebriate dalla voglia di sfruttare a pieno il loro momento di sogno per correre, saltare, sudare, e volare anche loro nel proprio piccolo pezzo di cielo. Si alternano per ore c’è chi entra e chi esce, chi si ferma in foyer prima di entrare, chi vicino ai vetri poco prima di andarsene. Man mano iniziano a disperdersi anche loro, poche per volta, sole, in coppie, a gruppetti, verso la fine della carovana escono anche le ragazze che parlano forte che ora parlano piano, sono stanche e sudate: devono essersi rintanate per un po’ anche loro sulla propria nuvola, devono aver spinto forte per arrivare al cielo e conquistarsi il loro angolino di allegrezza.
Il teatro si spegne piano piano, alla fine è tutto buio e per ultima esce la ragazza con le chiavi che lo chiude per bene prima di andare a casa. Ha gli occhi più piccoli di quando è entrata, sorride a fatica, è piena di borse e zainetti eppure sembra soddisfatta, si volta un istante a guardare verso l’albero illuminato dal lampione al suo fianco, sbatte piano le palpebre, prende fiato, e va via

 

Martina Mascia

Contorni di Circo _ #Esperienze_Aerial Equilibrium

Condividiamo un resoconto personale e  gli scatti di Alice durante il workshop di corda aerea svolto in Jaqulè con la fantastica Gaia Panero.

ENG

#FridayPHOTOGRAPHY .
“ Aerial equilibrium “
.
Rope is not my aerial, but was a beauty discovering spending two days on a workshop about it.
To keep your body in equilibrium you need strength; to have strenght you have to train each part that is going to keep you up; hands and feet become then your tool in function of equilibrium ..as the only things that guarantee yourself up.
There is just a beauty in this geometry of body, there is an infinite challange inside discipline.
That’s what i love about aerial, truly. .
@jaqule #aerialrope #sportportrait #persistance #bodystrength #aerialphotography #circus #training #aerial #canonphotography #a2photography

ITA.

#FridayPHOTOGRAPHY .
“ Aerial equilibrium “

La corda non è il mio attrezzo, ma è stata una bella scoperta spendere due giorni di workshop a riguardo.
Per tenere il tuo corpo in equilibrio serve forza; per avere forza devi allenare ogni parte che ti sosterrà; mani e piedi diventano i tuoi strumenti in funzione dell’equilibrio ..come le uniche cose che ti garantiscono di star su.
C’è una bellezza nella geometria del corpo, c’è una infinita sfida dentro la disciplina.
Questo è quello che amo nell’aereo, per davvero.
@jaqule #aerialrope #sportportrait #persistance #bodystrength #aerialphotography #circus #training #aerial #canonphotography #a2photography

Follow @a2_factory su Instagram
info e contatti:  aliceanellia2@gmail.com

 

 

AB C D

 

#JaquleCircoaCasa_Giocoleria Fai da te

Prima lezione on-line, registrata in diretta Facebook dal teatro Bossatis, dedicata alla Giocoleria. In questo primo appuntamento vi illustriamo un modo semplice ed economico per costruire una pallina da giocoleria in stile beanbag.

I materiali che ci servono sono:

  • pellicola trasparente da cucina
  • qualche manciata di riso
  • 2 palloncini di grandezza standard
  • 1 bicchiere
  • forbici

Come si fa: Tagliate un quadrato di pellicola trasparente e stendetela su un piano di lavoro. Prendete una manciata di riso e versatelo in centro alla pellicola trasparente. La quantità di riso può variare in base alla grandezza della mano che deve usare la pallina. Circa mezzo bicchiere di plastica è una quantità idonea per la mano di un bambino. Una volta versato il riso cercate di creare un pacchettino con la pellicola, chiudendola in alto arrotolandola e stendendo il ciuffo in eccedenza attorno al sacchettino creato. Adesso prendiamo un palloncino e con le forbici tagliamo il collo. Facendo attenzione a non rompere il sacchettino, lo infiliamo dentro al palloncino. Aprite bene la bocca del palloncino, in modo che possa “mangiare” il sacchettino di riso. Prendiamo un secondo palloncino e inseriamolo nel verso opposto al primo, in modo da coprire il buco. A questo bunto non ci resta che rifilare il secondo palloncino in modo che aderisca completamente alla pallina.

Ora avete tra le mani una pallina con cui allenare la vostra giocoleria!

Buon divertimento!

#jaqulecircoacasa

 

Video registrato nel progetto WeLikeVolvera, a cura del comune di Volvera.

Circo sotto casa 2019

Raduno dedicato al circo per bambini/e e ragazzi/e in cui Curiosi, appassionati e famiglie si incontrano per giocare,
partecipare ai laboratori gratuiti delle discipline circensi e assistere agli spettacoli degli allievi/e delle scuole di piccolo circo.
Ospiti speciali di questa edizione saranno gli allievi e le allieve della Scuola di Circo “CRQUE TOAMÊME” direttamente da Friburgo (Svizzera).

Venerdi 5
Laboratori di circo a numero chiuso rivolti alle realtà
giovanili di Volvera:
Oratorio, Punto Mediano, Associazione A-Gio

Sabato 6
15.30
STREET CIRCUS – Progetto Futurama
Parkour, Slackline, Monociclo
17.00
CIRCUS FAMILY – Progetto Xming
attività circensi per bambini 3-6 anni e genitori
TEATRO – a cura dell’ass. A-Gio – Progetto Futurama
per ragazzi/e dagli 11 ai 18 anni.
21:00
SPETTACOLO
Cabaret circense under 18, Teatro Bossatis
prenotazione consigliata

Domenica 7
9.30 – 12.30
LABORATORI DI CIRCO per tutti
discipline aeree, palo cinese, acro-yoga family, giocoleria, teatro-clown e movimento
15.00 – 16.30
LABORATORI DI CIRCO per tutti
discipline aeree, palo cinese, giocoleria, equilibrismo
16.30
Merenda e allenamento libero
17.30
PARATA di tutti i partecipanti per il paese ed OLIMPIADI circensi
19.00
Cena al parco, street food
21.30
SPETTACOLO di circo
Compagnia CIRQUE TOAMẾME (svizzera)

Tutte le attività sono ad accesso libero e gratuito
si svolgeranno al Parco Ponsati, piazza Pertini, Volvera (TO)

info@jaqule.com – www.jaqule.com – 339 1370154

 

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Quinta Parerte>Circus Community

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“Quinta Parete > Circus Comunity (QP>CC) è una proposta nata dalla collaborazione tra ASD Giocolieri e Dintorni e APS Jaqulè, rispettivamente project manager e capofila del progetto, presentata a valere nell’ambito del bando Open Community della Compagnia di San Paolo, in partenariato con la comunità di pratica costituita da altre 14 organizzazioni di circo attive nel territorio liguro-piemontese e in collaborazione con realtà di rilievo nazionale e internazionale impegnate in strategie di Audience Engagement.
QP>CC intende sistematizzare, approfondire e rendere ancora più efficienti le strategie e i processi di Audience Engagement avviati dai partner di progetto sul territorio, insistendo sul rafforzamento delle comunità territoriali create dalle diverse scuole di circo e della comunità di pratica più ampia (nazionale, europea, globale e virtuale) all’interno della quale operano.
L’obiettivo generale consiste nella costruzione, allargamento e consolidamento delle comunità di circo, favorendo dinamiche di scambio fra i soggetti coinvolti nella rete, rendendole autonome nella gestione delle iniziative avviate, e include anche l’avvio di nuovi processi di partecipazione culturale da parte del pubblico, in termini di coinvolgimento attivo, co-programmazione e/o co-gestione.
QP > CC attiverà nel periodo gennaio 2019 / settembre 2020, sul territorio di Piemonte e Liguria, strumenti, competenze, occasioni di incontro, confronto e collaborazione tra i partner di progetto (10 scuole di circo educativo, 1 scuola di circo professionale, 3 festival di circo educativo, 3 festival internazionali di circo contemporaneo)
Partenariato:
APS Jaqulè – Orbassano (TO) (Capofila); ASD Giocolieri e Dintorni (Project Manager);
Piemonte: ASD Arcobaleno –  Borgosesia (VC); ASD Chapitombolo – Monale (AT); ASDC Circo Teatro Dimidimitri – Novara; ASD Società Ginnastica Di Torino / Flic – Torino; ASD Fuma che n’duma – Cavallermaggiore (CN); ASD TeatrAzionE – Torino; ASD UP – Pocapaglia (CN); Ass. Idea Agorà/Festival Mirabilia – Fossano (CN); Magda Clan / Mon Circo – Montiglio Monferrato (AT); Liguria: ASD Circo Galleggiante – La Spezia (SP); ASD Facciamo Circo – Sarzana (SP); ASD sYnergiKa – Genova; Ass Sarabanda / Festival Circumnavigando – Genova
QP> CC è un progetto sostenuto dalla Compagnia San Paolo nell’ambito del bando Open Community 2018 e dal MIBACT, come parte integrante del “Progetto Quinta Parete”, supportato dal FUS per il triennio 2018/2020”

Con il sostegno di

OPEN-Community-Colori

Urban Circus_Plasticirco

PLASTICIRCO
Domenica 30 GIUGNO ore 21.30
Orbassano
piazza Umberto I (TO)

Un esperienza artistica che utilizza il linguaggio del circo per riflettere in modo originale su un tema di grande urgenza e attualità come il problema dei rifiuti di plastica.
Protagonisti dello spettacolo sono le allieve e gli allievi della scuola Jaqulè che porteranno in scena dei quadri nati dalle loro personali riflessioni sul tema. Le discipline utilizzate sono: equilibrismo su sfera, filo teso e monociclo, acrobatica aerea, giocoleria con il diablo e con il fuoco.

Ingresso libero